Rebecca Sciabordi, l’esperienza al servizio della Verodol

18-11-2025 21:11 -

L’intervista del nuovo episodio del podcast dedicato alla Verodol Casciavola, vede protagonista Rebecca Sciabordi, una delle giocatrici più esperte del gruppo. Un’occasione per ripercorrere la sua carriera, analizzare l’avvio di stagione e guardare al futuro, dentro e fuori dal campo.


Una carriera sempre da protagonista, Sciabordi, si racconta al nostro microfono, partendo da quello che è stat l'apice dalla sua carriera: «Il momento di crescita, cioè il top, l’ho avuto con Riccardo Grassini che mi ha allenato. Poi mi hanno chiamato a Nottolini in B1, ho fatto tre anni, poi mi sono fatta male al ginocchio e quindi ho interrotto l’ultimo anno lì». Un infortunio che ha cambiato tutto: «A quel punto non ho più giocato in quelle categorie, un po’ per paura, un po’ per lavoro. Diciamo che quelli sono stati gli anni migliori: la B1 era una categoria bellissima». Il rimpianto è ancora vivo: «Tanto. Ero nel momento migliore della mia carriera, stava andando tutto bene, eravamo tra le prime. Poi mi sono fatta male io e abbiamo perso dopo: mancava un giocatore esperto. Era un bell’anno, sarebbe stato interessante».

Nonostante questo, il nome di Sciabordi continua ad avere peso in Serie C: «Ora mi ritengo un giocatore esperto, normale. Penso di dare sicurezza alla squadra e cerco di aiutare soprattutto le bimbe più giovani». Un ruolo naturale, che nasce dalla sua stessa esperienza: «Quando ero piccola le ragazze più grandi l’hanno fatto con me. Secondo me è lì che si capisce se a uno piace davvero la pallavolo. Spero di essere un punto di riferimento per le bimbe piccole».

Da qui a un futuro da allenatrice, il passo non è così improbabile: «Non mi dispiacerebbe, ci ho già pensato. Se ce la faccio col lavoro, sì, mi piacerebbe». Magari proprio a Casciavola: «Non escludo niente, va benissimo».

Sul presente della Verodol, Sciabordi analizza senza giri di parole la prima parte della stagione: «Eravamo partite un po’ insicure, ma con grandi potenzialità. Abbiamo perso la partita contro Nottolini, era la prima trasferta e siamo un gruppo molto valido per una Serie C di alta classifica. Con Nottolini abbiamo perso dopo essere state in vantaggio, ci siamo un po’ perse. Porcari è una bella squadra, se giocavamo un pochino meglio potevamo giocarcela di più. Noi siamo valide, bimbe giovani molto forti».

Il nuovo assetto del campionato convince: «Non mi sembrano ci siano squadre “fuori categoria” come Livorno l’anno scorso. Quest’anno è più equilibrato, le trasferte sono più lontane, ma tutte le squadre sono alla portata». A patto di mantenere costanza: «Si può vincere con tutti, basta giocare bene»

Il messaggio finale è dedicato alle più giovani: «Prima cosa: ascoltare. Ascoltare l’allenatore, i consigli delle giocatrici esperte, osservare i movimenti delle più forti, prendere spunto. Bisogna essere umili, non pensare di sapere già tutto, si impara sempre. Quando sei piccolo devi soprattutto guardare, ascoltare, imparare, cogliere qualsiasi cosa ed essere umile». Chiudiamo con un andiamo a vincere a Colle Val d'Elsa: «Nere, incazzate nere come sempre (ride ndr)».

L’intervista a Rebecca Sciabordi restituisce l’immagine di una giocatrice matura, consapevole, determinata. Un esempio per un gruppo giovane che ha margini di crescita evidenti e che proprio da leader come lei può trarre stabilità, ambizione e cultura del lavoro. La Verodol riparte dalle sue parole: esperienza, umiltà e voglia di competere. Tre ingredienti che, nel lungo percorso di una stagione, fanno sempre la differenza.

Ascolta l'intervista nel nostro podcast